martedì 9 aprile 2013

Acqua di piscina: in fase di revisione la norma UNI 10637

Il gruppo di lavoro "Piscine" si sta occupando della revisione della norma UNI 10637 "Piscine - Requisiti degli impianti di circolazione, trattamento, disinfezione e qualità dell'acqua di piscina", la cui ultima edizione risale al 2006, per aggiornarla alle nuove tecnologie in particolare per quanto riguarda la parte impiantistica.
Il gruppo vanta una componente ampia e rappresentativa di tutto il vasto mondo delle piscine: ne fanno parte infatti produttori e distributori di materiali ed attrezzature per piscine, costruttori e gestori di impianti.

Un settore quello delle piscine che, ad eccezione degli ultimi due anni in cui si è registrata una flessione abbastanza significativa, ha sempre avuto uno sviluppo importante, in particolare per quanto riguarda il settore privato e quello delle piscine destinate ai centri benessere.

"Il mercato delle piscine in Italia è cresciuto non solo in termini numerici ma anche tipologici – spiega Ivano Pelosin, coordinatore del gruppo di lavoro e presidente Assopiscine.
Negli ultimi due anni abbiamo purtroppo assistito ad una contrazione, soprattutto nella fascia medio-bassa, mentre nel settore privato si continuano a realizzare piscine di gamma alta e altissima.
Gli impianti pubblici rallentano perché i finanziamenti dei progetti sono più difficoltosi.
Le forme e le tipologie si sono molto diversificate. Regge ancora il settore delle piscine inserite in contesti alberghieri, termali, nelle SPA, quindi piscine particolari con giochi d'acqua, cascate, idromassaggi ecc.".

La norma UNI 10637 è un documento sviluppato da UNI, che, già nella versione del 1997, ha concorso a supportare l'Accordo approvato dalla Conferenza Stato-Regioni il 16 gennaio 2003 relativo agli "aspetti igienico-sanitari per la costruzione, la manutenzione e la vigilanza delle piscine ad uso natatorio" e il successivo Accordo interregionale del 2004.

Come spiega Alberto Verardo, componente ed esperto del gruppo di lavoro UNI "già in fase di preparazione dell'aggiornamento della norma, completato nel 2006, si era concretizzato un coinvolgimento del Coordinamento Interregionale della Prevenzione sanitaria per gli aspetti di igienicità e di qualità dell'acqua di piscina.
In quella circostanza fu possibile, ai rappresentanti del Coordinamento stesso, collaborare alla migliore definizione di alcuni principi e di alcune procedure, inserite nell'Accordo Stato-Regioni-P.A. del 16 gennaio 2003 e del successivo Accordo Interregionale approvato in sede di Conferenza dei Presidenti delle Regioni e P.A. del 16 dicembre 2004, che vennero recuperatI all'interno della norma UNI 10637.
La collaborazione, ancorché come semplice riferimento, c'era peraltro già stata al momento della stesura dell'Accordo S/R/PA del 2003 quando, nella premessa, era stata richiamata la norma UNI come riferimento tecnico da prendere in considerazione per la realizzazione delle piscine".

Le Regioni, nell'adottare i provvedimenti di recepimento dei citati Accordi Stato-Regioni-P.A. e Interregionale, ed anche nei loro specifici documenti di applicazione, particolarmente quelli stesi successivamente alla formalizzazione dell'aggiornamento del 2006 della UNI 10637, hanno a loro volta introdotto il riferimento alla norma UNI, valorizzandone i contenuti tecnici e rendendola cogente in specifiche circostanze.

"Inserendo nei loro atti amministrativi (deliberazioni o altre tipologia di atti) il riferimento alla norma UNI – continua Verardo – le Regioni italiane ne hanno di fatto riconosciuto e sancito il valore tecnico pregnante specialmente quando il medesimo deve essere correlato alla realizzazione di nuove piscine, o ad interventi di particolare rilevanza impiantistica.
L'applicazione dei contenuti tecnici della norma UNI 10637 è infatti, per dette tipologie di interventi, ormai obbligatoria. I contenuti della norma tecnica, hanno altresì assunto valore significativo per l'effettuazione di interventi impiantistici anche di tipo strutturalmente complesso laddove invece si dovesse intervenire su piscine realizzate prima dell'adozione della norma tecnica aggiornata.
Le Regioni non hanno mai avuto un rapporto conflittuale con la norma UNI, anzi, tutt'altro – dice Verardo – lo testimoniano i fatti conseguenti alla stesura e all'applicazione del documento del 2006, quando è stato realizzato il primo aggiornamento; le Regioni, per la prima volta, hanno scelto di aderire all'invito rivolto loro proprio per concorrere ad affinare alcuni contenuti sulla base di quelli che erano i documenti di lavoro da loro prodotti e il gruppo UNI, con apprezzata disponibilità e grande spirito di collaborazione, ha recepito molte delle istanze prodotte, cercando sempre di rendere convergenti i due obiettivi: da una parte quello igienico sanitario espresso dalle Regioni, dall'altra quello tecnico della costruzione e delle modalità di realizzazione degli impianti piscina, in modo tale che non ci fossero scompensi o procedure differenziate".

"A buon motivo – conclude Verardo – si può affermare, senza presunzione, che si è trattato di uno dei più riusciti tentativi di collaborazione tra il pubblico e il privato in tema di elaborazione di regole condivise".

Sulla base della proficua esperienza maturata nel tempo, un ulteriore efficace dialogo si è nuovamente sviluppato, in tempi più recenti, sul tema della oramai indilazionabile revisione dei parametri fisico-chimico-microbiologici contenuti nella Tabella A dell'Allegato 1 all'Accordo S-R-PA.
Al riguardo, infatti, è stato attivato un tavolo di lavoro per la sua revisione, che, oltre ai soggetti pubblici (Regioni, Ministero e Istituto Superiore Sanità) ha coinvolto le parti sociali, i portatori di interesse e, indirettamente con essi, l'organo tecnico UNI in cui i medesimi sono fisicamente presenti; obiettivo dell'azione, favorire una sempre maggiore aderenza tra i contenuti di quella che è stata la risultanza di un Accordo di tipo politico (ancorché di livello tecnico) e la norma UNI che costituisce l'aspetto tecnico della concreta operatività.

La norma UNI 10637 specifica i requisiti di progettazione, costruzione e gestione degli impianti di trattamento dell'acqua e fornisce le indicazioni relative alle prove e ai controlli atti a garantire una qualità dell'acqua adeguata alla balneazione.
Si applica alle piscine pubbliche propriamente dette, ossia le piscine comunali, a quelle ad uso collettivo (quindi per attività ricettive, alberghi, campeggi, villaggi turistici, ecc.) a quelle per scuole, collegi e caserme, alle piscine finalizzate al gioco acquatico, alle piscine condominiali e – solo per alcuni aspetti – a quelle ad uso privato. Vengono invece escluse dal campo di applicazione della norma le piscine per usi riabilitativi e termali e tutte le piscine alimentate con acqua di mare.

Le caratteristiche dell'acqua indicate nella norma si riferiscono all'acqua di approvvigionamento, all'acqua di vasca e a quella filtrata e messa in ricircolo.
Una specifica tabella riporta i valori fisici, chimici e microbiologici da rispettare tra i quali temperatura dell'acqua, pH, concentrazione di cloro e carica batterica.

Frequenza delle analisi e modalità di prelievo vengono indicate dalla norma stessa: ad esempio il pH dell'acqua viene rilevato facendo delle analisi sul campo almeno una volta al giorno, mentre per quanto riguarda la concentrazione di cloro l'analisi va effettuata almeno 1 ora prima dell'apertura al pubblico e successivamente ogni 3 ore circa.

"In questa nuova versione della norma – dichiara Pelosin – siamo stati particolarmente attenti a distinguere quanto è applicabile esclusivamente alle piscine pubbliche e quanto invece deve essere applicato anche a quelle private... ci sono infatti alcuni requisiti, alcuni aspetti che sono talmente importanti per la tutela della salute umana che devono essere necessariamente considerati anche per le piscine ad uso privato".

Partendo dall'analisi della precedente versione della norma UNI, il gruppo di lavoro ha deciso di non stravolgerne l'impianto base – che è stato considerato ancora solido – anche in considerazione del fatto che ormai la norma UNI 10637 è un patrimonio condiviso, un documento conosciuto e riconosciuto da tutti, che viene applicato anche dai piccoli produttori di piscine.

"Non c'è un punto specifico della norma che sia stato completamente stravolto ma è stata perfezionata e migliorata in senso complessivo – conclude Pelosin. La normativa tecnica non è mai solo tecnica, si porta dietro inevitabilmente anche interessi di mercato, interessi di tipo commerciale. È proprio nella mediazione tra tutti i diversi interessi che si può e si deve pervenire a una norma tecnica, corretta, applicabile, condivisa, che non avvantaggi una parte rispetto ad un'altra".

Il gruppo di lavoro "Piscine" segue anche da vicino l'attività normativa europea svolta dal CEN/TC 402 "Domestic pools and Spas" e in particolare collabora allo sviluppo delle nuove norme sulle piscine private utilizzando quanto già pubblicato in materia di piscine pubbliche, sia a livello europeo dal CEN/TC 136 ("Sports, playground and other recreational facilities and equipment"), sia a livello nazionale.

Ricordiamo, ad esempio, il lavoro che il gruppo UNI ha portato avanti per lo sviluppo delle due parti della norma UNI EN 15288, relative ai requisiti di sicurezza per la progettazione e la gestione delle piscine, e alle tre parti della UNI EN 13451 sulle attrezzature per piscine.

Fonte www.uni.com

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