venerdì 4 gennaio 2013

Acqua: nuovo metodo tariffario e più trasparenza in bolletta


Il 28 dicembre 2012, l'AEEG (Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas), ha approvato una serie di provvedimenti per la regolamentazione del servizio idrico integrato, con l'obiettivo di migliorare la qualità del servizio e di favorire lo sviluppo delle infrastrutture.

In particolare, le delibere dell'Autorità per l’energia, le cui competenze sono state allargate al settore dei servizi idrici dopo l’attribuzione con il decreto legge 201/11 ‘Salva Italia’ delle funzioni di regolazione e di controllo, sono tre:
  • 585/2012/R/IDR Regolazione dei servizi idrici: approvazione del metodo tariffario transitorio (MTT) per la determinazione delle tariffe negli anni 2012; 
  • 586/2012/R/IDR Approvazione della prima direttiva per la trasparenza dei documenti di fatturazione del servizio idrico integrato; 
  • 587/2012/E/IDR Avvio di una istruttoria conoscitiva in merito ad alcune possibili anomalie relative alle tariffe applicate agli utenti finali del servizio idrico. 
In particolare, l’Autorità ha approvato il metodo transitorio per la determinazione delle tariffe del servizio idrico integrato negli anni 2012-2013, ha avviato un’istruttoria conoscitiva per verificare alcuni comportamenti dei gestori, potenzialmente non conformi alla normativa vigente e lesivi dei diritti degli utenti ed ha approvato la prima Direttiva per la trasparenza dei documenti di fatturazione.

Il metodo transitorio individua i criteri che saranno adottati a livello nazionale per determinare le tariffe 2012 e 2013 del servizio idrico integrato.

La metodologia proposta anticipa le linee generali di quella definitiva, prevista a partire dal 2014, e riguarda quasi tutte le gestioni (sono escluse le Province di Trento e Bolzano e la Regione Valle d’Aosta).

La nuova metodologia definisce i criteri per la quantificazione delle tariffe, e prevede che, nella fase transitoria, sia mantenuta un’articolazione tariffaria, per gestore o ambito, analoga alla preesistente e che gli Enti d’ambito preposti abbiano tempo fino alla fine di marzo per sottoporre ad approvazione dell’Autorità le nuove proposte tariffarie.

A salvaguardia dell’impatto sugli utenti finali viene introdotto, per il biennio, un limite di variazione della tariffa, in analogia con quanto previsto dal metodo attualmente applicato e una verifica specifica sulla validità delle informazioni fornite e la corretta applicazione dei nuovi criteri, nei casi di incrementi tariffari superiori.

Il nuovo metodo, che a detta dell'AEEG, concilia gli esiti referendari con la normativa europea e nazionale in tema di rispetto dei principi del recupero dei costi e di "chi inquina paga" (per approfondimenti consultare il sito acquabenecomune.org) promuove gli investimenti, in un settore con un'elevata necessità di interventi, sia sulle strutture esistenti, sia per la realizzazione di nuove opere.

Secondo la nota di stampa, emessa dell'AEEG il 3 dicembre 2012, il settore dell’acqua in Italia è penalizzato da perdite di rete di oltre il 30% (le più elevate d’Europa) inoltre il 15% della popolazione è privo di sistema fognario e i depuratori sono insufficienti o addirittura inesistenti per un italiano su tre.

Per affrontare e superare queste criticità, secondo i dati dei Piani di Ambito già approvati, sono indispensabili oltre 65 miliardi di euro di interventi per i prossimi 30 anni.

Le principali novità, introdotte secondo L'AEEG sempre nel rispetto dei referendum, riguardano la soppressione della “remunerazione del capitale”, che era fissato in via amministrativa e non aggiornabile, e il riconoscimento del “costo della risorsa finanziaria”, in aderenza al principio della copertura integrale dei costi, per sua natura variabile in funzione dell’andamento dei mercati. 

Un’altra innovazione è che il costo degli investimenti sarà, di norma, riconosciuto solo quando le opere saranno realizzate ed in funzione anche se è prevista la possibilità di riconoscere in tariffa una specifico importo per alimentare un fondo per il finanziamento di nuovi investimenti.

Con la prima direttiva sulla trasparenza dei documenti di fatturazione viene introdotte, l’obbligo per i gestori di mettere a disposizione degli utenti sul proprio sito la Carta dei Servizi e le informazioni sulla qualità dell’acqua fornita, entro il 30 giugno del 2013.

Altre novità come la pubblicazione di un Glossario, da poter consultare on line, con i termini più frequentemente utilizzati nel servizio idrico integrato, saranno operative dal 1° gennaio 2014.

La direttiva si propone di rendere più semplici e comprensibili le bollette dell’acqua, prevedendo anche il ricorso a canali informatici di consultazione, con la possibilità ad esempio, di richiedere le bollette con modalità telematiche e la messa a disposizione obbligatoria di un sito internet attraverso il quale siano rese disponibili informazioni sulla qualità del servizio.

Il consumo di acqua in Italia, è particolarmente elevato, superiore a quello dei principali Paesi europei, pari a circa 44 miliardi di metri cubi/anno, circa l’88% della disponibilità effettiva.

A livello regionale, la disponibilità di risorse idriche varia sensibilmente, con una diversa distribuzione stagionale con causa una insufficienza e una discontinuità nell’erogazione soprattutto nelle regioni del sud.

Dal punto di vista del costo dell'acqua, in Italia è in media fra i più bassi d'Europa; secondo le stime, un metro cubo di acqua nel nostro Paese ha un costo medio di poco più di un euro, un valore più alto solo della Romania.

D'altro canto a causa della presenza di diversi metodi tariffari e dell’elevato numero di soggetti coinvolti (Autorità d’ambito, enti locali e circa 3000 operatori) l'utente sconta in realtà una forte variabilità tariffaria.

Non bisogna dimenticare inoltre, che nei confronti dell'Itala è stata aperta una procedura di infrazione da parte della Commissione Europea, per violazione della Direttiva 91/271 sulla protezione dell’ambiente dagli scarichi di reflui urbani, che a oltre 20 anni di distanza, risulta ancora in parte disapplicata.

La direttiva stabilisce, in particolare, i livelli di qualità dei sistemi di raccolta e trattamento delle acque, la designazione di aree sensibili e specifici standard che i sistemi di fognatura e depurazione degli agglomerati sopra i 2000 abitanti equivalenti degli Stati membri devono obbligatoriamente soddisfare, indicandone in maniera puntuale le tempistiche di attuazione.

Inoltre, il 31 dicembre è scaduta l’ultima deroga concessa all’Italia per l’attuazione della Direttiva 98/83/CE (recepita dal D. Lgs. 02/02/2001, n. 31 “Attuazione della direttiva 98/83/CE sulla qualità delle acque destinate al consumo umano”).

La deroga riguarda la presenza in alcune aree di sostanze, quali arsenico e fluoruro, nell’acqua destinata al consumo umano in quantità superiori ai limiti di legge.

Fonte www.autorita.energia.it

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